Il Consiglio locale degli Ulema della prefettura di Skhirat-Témara ha denunciato lunedì “il pubblicazione da parte di un individuo del Marocco di osservazioni in cui si afferma che il libro sta bruciando del Sacro Corano, che ha avuto luogo in una terra straniera, è un atto che non dovrebbe suscitare sdegno e non è reato fintanto che non è accompagnato di omicidio».
In un comunicato, il Consiglio indica che “di fronte a questa bassezza intellettuale, il Il Consiglio si associa alla grande massa di persone dotate di una sana comprensione e coscienza piena di rispetto per il Santo Corano, per condannare questo sfacciataggine e garantire che queste odiose osservazioni vadano contro la posizione nazionale avendo denunciato il rogo del Sacro Corano nel Paese in questione”.
Queste osservazioni, prosegue il comunicato, vanno anche “contro il consenso comunità internazionale secondo la quale il cammino verso la pace passa necessariamente attraverso il rispetto per valori sacri delle religioni”, oltre che contro la ragione, “perché nessuno spirito dotato il buon senso non vede alcun motivo per offendere un singolo individuo, soprattutto quando si tratta di ferire milioni di persone”.
Si tratta di una “manifestazione di inimicizia verso la Nazione marocchina che porta il Santo Corano nel cuore”, sottolinea il Concilio, affermando che “un discorso così, assurdo e irresponsabile, alimenta l’odio e incita alla violenza e al terrorismo”.
“Quello che ha fatto questa persona tradisce una disperata e intempestiva ricerca della fama”, osserva la dichiarazione, affermando che “chiunque abbia sentito tali calunnie dovrebbe leggi le parole dell’Altissimo: “Affondino dunque (nella loro incredulità) e intrattenere fino a quando non si incontrano il giorno in cui sono stati minacciati.” Veritiero è il parola di Dio.